Da lungo tempo il
miglioramento genetico della vite ha avuto tra gli obiettivi prioritari la costituzione di
vitigni tolleranti o
resistenti alle principali
fitopatie, in quanto la coltivazione delle tradizionali varietà di vite, che non possiedono nel proprio genoma geni di resistenza a peronospora e oidio, richiede un elevato numero di trattamenti fitosanitari nel corso della stagione vegeto-produttiva, tanto da far inserire la viticoltura tra le attività agricole di maggior impatto ambientale.
L’innovazione varietale in viticoltura attraverso l’introduzione di nuove varietà resistenti, nel panorama ampelografico dell’Emilia Romagna, è il tema al centro del convegno che si svolge a Faenza nel corso del 43 MOMEVI il giorno 22 marzo 2019.
Il convegno mira a fare il punto sulle
tecniche tradizionali e moderne utilizzate
per il miglioramento genetico della vite e, nel contempo, presentare i
risultati delle attività sui programmi di
miglioramento genetico della vite iniziati oramai da tre anni presso la Filiera vitivinicola del CRPV di Tebano.
Infatti, grazie alla lungimiranza, e al fattivo contributo economico delle più importanti realtà vitivinicole della Regione (Riunite&CIV, Terre Cevico, Cantina Sociale di San Martino in Rio e Caviro), è stato possibile realizzare uno specifico
vigneto sperimentale di circa mezzo ettaro (unico per dimensioni, disegno sperimentale, scopi e finalità)
gestito dal CRPV, nel quale si stanno effettuando, oltre ai
rilievi delle caratteristiche agronomiche ed enologiche (germogliamento, fioritura, invaiatura, epoca di raccolta, ecc.), anche tutti i
rilievi fitopatologici necessari per
valutare l’effettiva
resistenza/tolleranza alle principali malattie fungine.
Dopo gli interventi programmati seguirà
degustazione guidata tecnica di vini ottenuti a Tebano da varietà di vite resistenti
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