Giovedì 20 ottobre si tiene a Bologna il convegno: "
La rivoluzione del Genoma Editing: le applicazioni in campo agricolo e biomedico"
Quando la genetica è nata, nel 1866, con il lavoro di Gregor Mendel, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita, si cercava, partendo dalla semplice osservazione delle somiglianze fra genitori e figli, di spiegare quali meccanismi potevano giustificare il fatto che alcune delle nostre caratteristiche venissero ereditate di generazione in generazione.
C’è voluto parecchio tempo per capire che il segreto della identità dei viventi è scritto in una molecola chiamata DNA ed in particolare in una più o meno lunga stringa di caratteri con un alfabeto costituito da sole 4 lettere, A, C, G e T. Ed ora è arrivato il genome editing tramite CRISPR/Cas, tecnica per la quale nel 2020 è stato conferito il premio Nobel per la chimica a Emmanuel Charpentier e Jennifer Doudna.
La capacità di modificare in maniera precisa singole basi del DNA, oltre a essere la realizzazione di un sogno per i genetisti, diventa uno strumento fondamentale per la medicina e l’agricoltura. In campo umano il potenziale applicativo per nuove terapie in una serie di patologie è sicuramente notevole.
In agricoltura comprendere le basi genetiche della variazione di caratteristiche complesse quali la resistenza ai patogeni oppure la capacità di sfruttare le risorse idriche e i fertilizzanti presenti nel suolo potrebbe consentire, quando combinata con il genome editing, di raggiungere molto più facilmente l’obiettivo individuato dalla FAO come fondamentale di coniugare aumenti produttivi con aumenti della sostenibilità ambientale della produzione di alimenti.