Vitigni resistenti: quali nomi accettare per non mettere a rischio la nostra viticoltura?
Venerdì 19 Luglio 2019
Nuove varietà di vite ibride, ottenute tramite incrocio di Vitis vinifera con altre specie americane ed asiatiche, si stanno affacciando sul mercato italiano in quanto rispondono alla necessita di ridurre gli interventi fitosanitari in vigna.
Il nome scelto per queste nuove varietà spesso richiama il parentale europeo "nobile"... ma questo è corretto oppure è un escamotage per avere un accesso più facile al mercato del vino?
Questo utilizzo dei nomi del parentale che rischi comporta per una viticoltura come la nostra che, su tante denominazioni, ha costruito la sua fortuna?
Riportiamo il link alla riflessione di Cesare Intrieri, professore emerito dell'Università di Bologna, pubblicato sul sito dell'Accademia dei Georgofili.
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